Novità
Aiutare chi sogna di creare un'impresa innovativa o una start up nell'innovazione sociale, nelle tecnologie, nell'hi-tech e, perché no, anche nella cultura. Con due corsie privilegiate: una per il Sud e l'altra per i giovani under 35.
È questa l'idea di fondo del bando da 120 milioni che vedrà la luce all'inizio del prossimo anno e su cui il ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, scommette per dare un nuovo segnale di scossa sul fronte della ricerca e dell'innovazione. Un impegno, questo, che lo stesso Profumo ha preso di fronte alla platea degli Stati generali della cultura che, non senza qualche protesta, ha chiesto interventi concreti ai rappresentanti del Governo presenti giovedì a Roma: «Il bando – ha spiegato il ministro – avrà due obiettivi: creare una sinergia tra università, enti di ricerca e sistema delle imprese, esistenti e nuove. Ma anche creare posti di lavoro. L'idea di base è coniugare creatività e innovazione».
I tecnici del Miur sono al lavoro per definire nel dettaglio modalità e accesso ai fondi che saranno recuperati in parte dai risparmi di altri bandi e in parte dai fondi della coesione. Con il vincolo però già deciso di destinare oltre 50 milioni ai progetti che arriveranno dal Mezzogiorno. Gli strumenti possibili allo studio per sostenere la nuova imprenditorialità potrebbe basarsi su di un mix di interventi: dai finanziamenti a fondo perduto per lo sviluppo di competenze o per lo sviluppo embrionale dell'idea d'impresa al "seed capital" (partecipazioni nel capitale) fino ad altre forme ibride come i prestiti partecipativi. Su questo ancora non si è deciso, ma l'idea è anche quella di sfruttare la strada già aperta dal decreto Sviluppo bis che ha messo in campo una serie di agevolazioni fiscali e uno snellimento all'osso della burocrazia per chi vuole dare vita a una start up.
L'obiettivo del ministero guidato da Profumo è anche quello di provare a dare concretezza, con questo ultimo bando che sarà messo a punto nelle prossime settimane, ai progetti di ricerca che il ministero ha già finanziato nei mesi scorsi, facendo sbocciare lì dove possibile nuove imprese e occupazione. Sono due i maxi bandi che guardano di più all'innovazione nel segno dell'alleanza tra imprese e centri di ricerca e che il Miur ha finanziato già con quasi 1,5 miliardi. Si tratta del bando sui «cluster tecnologici nazionali» per cui sono stati stanziati 408 milioni e quello sulle smart cities che vale in tutto 900 milioni (240 solo per il Sud e 655 per l'intero Paese). Il primo si è chiuso a fine settembre con 11 domande e 44 progetti pervenuti nei nove settori strategici della ricerca individuati dal dicastero (chimica verde, aerospazio, mobilità, scienze della vita, agrifood, ambienti di vita, energia, fabbrica intelligente, tecnologie per smart communities).
Il secondo – quello sulle smart cities che sostiene l'innovazione urbana e dei territori – si è chiuso nei giorni scorsi con ben 148 domande presentate da oltre mille soggetti (tra imprese, università ed enti di ricerca). E con la cultura (tra i 16 settori coinvolti) a fare la parte del leone con 13 progetti (per un valore di 215 milioni su 2,3 miliardi totali). Da qui e dal prossimo bando da 120 milioni il ministero vuole ripartire per "allenare" il sistema di ricerca italiano e farlo trovare pronto nella gara ai fondi europei che finora ci vede indietro, tanto che ogni anno almeno 400 milioni dei fondi che giriamo all'Ue li "regaliamo" agli altri Paesi per fare innovazione.
(Fonte: IlSole24Ore)
64100 Teramo (TE)
Dal lunedì al venerdì dalle 8:30 alle 13:30
Condizioni e termini di utilizzo - Privacy - Note legali - Dati societari - Cookie Policy