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E’ stata pubblicata ieri, sul Bollettino Ufficiale della Regione Abruzzo, la DGR 502/2016 con cui si approva la cosiddetta “Carta di Pescara”, ossia il partenariato Regione/imprese per l’industria sostenibile.
Il documento sottoscritto lo scorso 2 luglio (dopo mesi di condivisione e confronto sui temi che lo popolano) dalla Regione Abruzzo e da imprese, Università ed enti di ricerca, codifica il modello di sviluppo regionale e offre alle imprese che lo sottoscriveranno un percorso di partenariato con la Regione che riconosce specifiche convenienze per le realtà imprenditorialiche s’impegnano a perseguire gli obiettivi dell’industria sostenibile.
La Carta individua due tavoli di lavoro permanenti per il confronto tra la Regione ed il sistema della ricerca e delle imprese, denominati rispettivamente: “Energia e gestione degli impatti ambientali” e “Ricerca, trasferimento tecnologico, innovazione e Capitale umano” ed istituisce un Comitato di Pilotaggio per l’implementazione della Carta stessa (che si insedierà nei prossimi giorni) che stabilirà i requisiti di sostenibilità ambientale, economica e sociale necessari per aderire alla Carta di Pescara e indicherà il funzionamento dei due Tavoli permanenti.
Tra le funzioni del Comitato di Pilotaggio, inoltre, ci sono la progettazione del “Premio annuale dell’industria sostenibile” e quella della “Fiera biennale dell’industria sostenibile”, il censimento delle strutture e dei laboratori di ricerca, dei progetti di innovazione che le aziende o aggregazioni di imprese abruzzesi intendono implementare o hanno già in corso, la calibrazione degli strumenti normativi impattanti sulle attività manifatturiere, oltre, naturalmente, al controllo dello stato di avanzamento della Carta, delle criticità emerse e dei possibili correttivi.
Anche le strutture regionali delegate alla realizzazione delle misure previste dalla Carta dovranno adeguarsi alle nuove funzioni, per garantire un’efficace gestione dei procedimenti conseguenti all’adesione alla Carta di Pescara da parte delle singole imprese.
Ispirata alle politiche europee in materia ambientale, occupazionale e sociale (vedi, in particolare, la Strategia Europea 2020), la Carta di Pescara vuole creare, in Abruzzo, le condizioni per una crescita più intelligente, sostenibile e solidale al fine di raggiungere entro il 2020, anche nella nostra regione, gli obiettivi quantitativi fissati dall’Unione Europea (cfr. documento).
La Carta di Pescara rappresenta il supporto fondamentale per raggiungere tali obiettivi perché impegna quanti la sottoscrivono non solo alla cooperazione, ma anche all’adozione di specifici standard operativi per attuare la cosiddetta “industria sostenibile”, ossia un’attività manifatturiera ispirata ad almeno una di queste dimensioni: ambientale, economica, sociale.
In tale direzione, la Regione Abruzzo si impegna a creare le “condizioni favorevoli” per le imprese che sottoscrivendo la Carta perseguono gli obiettivi dell’industria sostenibile.
Come? Con semplificazioni procedimentali, riduzione degli oneri amministrativi, fiscali e tributari, con agevolazioni finanziarie e legislazione di sostegno.
Naturalmente la sottoscrizione presuppone il possesso di alcuni requisiti, in primis la sede operativa in Abruzzo (anche in fase di startup o progetto di insediamento in regione), l’essere iscritti al Registro Imprese delle Camere di Commercio, il Durc regolare.
Sono poi richiesti specifici requisiti in termini di sostenibilità ambientale, sociale, economica (per il dettaglio vi rimandiamo alla consultazione del documento).
Ma di certo quello che interesserà maggiormente le imprese sono i vantaggi concreti dell’adesione alla Carta di Pescara: ebbene, si va dall’inserimento nei bandi/avvisi a valere su FESR e FSE Abruzzo 2014- 2020 di specifiche linee di intervento dotate di budget dedicato, ovvero previsione di criteri di premialità, all’applicazione della massima intensità di sostegno finanziario concedibile alle aziende aderenti, passando per le semplificazioni dei procedimenti per le certificazioni ambientali; le riduzione degli oneri di verifica e controllo periodico per le emissioni di reflui solidi, liquidi e gassosi; gli sconti per gli oneri di urbanizzazione e sulle tariffe per i servizi idrici e fognari; l’efficientamento energetico agevolato; la riduzione dei tempi procedimentali per le autorizzazioni ambientali; le agevolazioni finanziarie per le nuove imprese sostenibili. E ancora: l’aggiornamento delle competenze professionali dei propri dipendenti, l’ospitalità di ricercatori a costo zero, i bonus finanziari per le assunzioni (per i dettagli vi rimandiamo, ancora, alla consultazione del documento).
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