L'export abruzzese cresce più e meglio di quello italiano, grazie all’apporto delle grandi imprese. Mentre, al contrario, segnano il passo le micro imprese e, a sorpresa, l’agro-alimentare. Lo documenta una ricerca, realizzata per la Cna regionale su dati Istat, da Aldo Ronci: nel primo trimestre del 2014, dice lo studio, le esportazioni abruzzesi hanno registrato un incremento di 93 milioni di euro, passando dai 1.716 del primo trimestre del 2013 ai 1.809 dello stesso periodo di quest’anno. «In tal modo – commenta Ronci – il valore percentuale dell’export abruzzese, rispetto al primo trimestre del 2013, ha registrato un incremento del 5,4%; un dato di gran lunga migliore di quello medio nazionale, che è cresciuto di appena l’1’5%».
A determinare il buon risultato delle nostre esportazioni (per il 59% del volume complessivo) sono stati, sostanzialmente, quattro prodotti. Tutti espressioni delle imprese di maggiori dimensioni (in totale 752 aziende, pari al 2% del totale delle imprese) che hanno sede in Abruzzo, come le grandi multinazionali presenti in Val di Sangro: i mezzi di trasporto (+82 milioni di euro); i prodotti farmaceutici (+9), gli articoli in gomma e plastica (+16); gli apparecchi elettrici (+22).
Andamento opposto per i prodotti esportati dalle piccole e piccolissime imprese “endogene”, una platea sterminata di quasi 40mila aziende, che hanno invece subito una flessione di 36 milioni di euro. A questo risultato negativo, hanno concorso soprattutto l’ abbigliamento (-19 milioni), la carta e la stampa (-7), gli apparecchi elettronici (-46).
Tra i risultati negativi, rilevante quello relativo all’export dei prodotti agricoli: invertendo il trend positivo degli ultimi anni, passa da 18 milioni del primo trimestre 2013 a 15 del primo trimestre 2014, subendo una diminuzione di 3 milioni di euro, con un andamento in forte controtendenza rispetto alla media nazionale. Invariate le esportazioni dei prodotti alimentari.
«Lo studio conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno – commenta il presidente regionale della Cna, Italo Lupo – lo stato di sofferenza delle micro e delle piccolissime imprese, che da sole non ce la fanno a reggere il fronte difficile delle esportazioni. E’ necessario, così, un sostegno attivo da parte della Regione a questa straordinaria opportunità, vista la stagnazione che ancora persiste del mercato interno». «In questa direzione – conclude – occorre adottare misure e azioni specifiche, con nuove risorse finanziarie individuate nella programmazione finanziaria 2014-2020 alla promozione sui mercati internazionali delle nostre imprese e dei nostri prodotti. In questo senso potrebbero tornare utili anche somme non spese nella precedente programmazione che scadrà nel 2015, immediatamente disponibili».