Novità
Sono stati resi noti i dati derivanti dal rapporto Istat "Prodotti agroalimentari di qualità Dop, Igp e Stg" che hanno evidenziato come i riconoscimenti ottenuti dai prodotti italiani a marchio UE per il 2011 siano aumentati rispetto al precedente anno. In particolare alla lista dei 209 prodotti agroalimentari di eccellenza, si sono aggiunti ulteriori 20 riconoscimenti che hanno contribuito a rafforzare la leadership italiana nel settore alimentare.
Da una analisi dei dati si nota come a fare da traino è il settore ortofrutticolo e dei cereali che vanta ben 94 riconoscimenti Dop e Igp. Segue il settore dei formaggi con 43 riconoscimenti, il settore dell'olio extra vergine di oliva con 42 e quello dei salumi con 36.
Al 31 Dicembre 2011 sono 149 i prodotti italiani che hanno ottenuto il marchio Dop (Denominazione di origine controllata), 88 il marchio Igp (Indicazione geografica protetta) e 2 quello Stg (Specialità tradizionale garantita). Quest'ultimi sono gli unici a livello europeo: si tratta della mozzarella e della pizza napoletana.
Il Ministro per le Politiche agricole, Mario Catania, ha commentato il rapporto Istat affermando che "Il mantenimento del primo posto in Europa per numero di prodotti di qualità registrati, fra Dop, Igp e Stg, ci rende pieni di orgoglio e offre l'occasione per riflettere sulle opportunità che il settore primario può offrire all'intero sistema produttivo italiano".
Ed è proprio su questo punto Coldiretti fa sapere che il fatturato al consumo realizzato dai prodotti Italiani di qualità protetti in Italia e all'estero è pari a quasi 10 miliardi di euro.
Secondo la Confederazione italiana agricoltori (Cia) il primato è certamente un importante risultato ma bisogna continuare a promuovere e valorizzare il mercato agroalimentare: "Il business dei prodotti Dop e Igp supera oggi i 9 miliardi di euro l'anno, 2 dei quali legati all'export. Ma si può fare di più, visto che quasi l'80% del fatturato del comparto è legato a poche "griffe": Parmigiano reggiano, Grana padano, Prosciutto di Parma, Prosciutto di San Daniele. Per questo bisogna sviluppare le tante certificazioni meno conosciute ma suscettibili di forte crescita organizzando le filiere e rafforzando la possibilità dei consorzi di programmare la produzione". Attualmente sono le regioni del Nord a mantenere la leadership delle denominazioni di qualità, tuttavia il Mezzogiorno fa registrare un progressivo aumento.
Certamente l'Italia potrebbe ottenere risultati ancor più soddisfacenti all'estero se non fosse per la piaga delle contraffazioni. Secondo la Coldiretti "Il rischio è che si radichi sulle tavole internazionali un falso made in Italy che toglie spazio di mercato a quello autentico banalizzando le specialità nostrane frutto di tecniche, tradizioni e territori unici e inimitabili". "E' il caso - spiega la Coldiretti - dei formaggi tipici dove il Parmesan è la punta dell'iceberg diffuso in tutto il mondo, dagli Usa all'Australia, ma ci sono anche il Romano, l'Asiago e il Gorgonzola prodotti negli Stati Uniti dove si trovano anche il Chianti californiano e inquietanti imitazioni di Soppressata calabrese e pomodori San Marzano "spacciati" come italiane. E in alcuni casi sono i marchi storici ad essere "taroccati" come nel caso della mortadella San Daniele e del prosciutto San Daniele prodotti in Canada. I Paesi dove sono piu' diffuse le imitazioni sono Australia, Nuova Zelanda e Stati Uniti dove - denuncia la Coldiretti - appena il 2 per cento dei consumi di formaggio di tipo italiano sono soddisfatti con le importazioni di formaggi Made in Italy, mentre per il resto si tratta di imitazioni e falsificazioni ottenute sul suolo americano con latte statunitense in Wisconsin, New York o California". (Fonte: I-Dome)
64100 Teramo (TE)
Dal lunedì al venerdì dalle 8:30 alle 13:30
Condizioni e termini di utilizzo - Privacy - Note legali - Dati societari - Cookie Policy