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Nel 2013, nonostante l’andamento climatico sfavorevole e l’impatto del prolungato ciclo recessivo dell’economia nazionale, l’agricoltura archivia un’annata in moderata flessione, soprattutto se confrontata con la dinamica negativa del settore industriale.
Migliora, seppure gradualmente, la situazione sul fronte dei costi di produzione, anche se i prezzi all’origine registrano diffusi cedimenti, soprattutto nel comparto delle coltivazioni, a causa delle forti pressione dell’offerta sui mercati internazionali.
Un aspetto positivo è sicuramente legato alla dinamica occupazionale, che mostra in agricoltura un andamento decisamente migliore rispetto a quello degli altri settori.
I consumi alimentari hanno chiuso i primi nove mesi del 2013 ancora con il freno tirato, cedendo nei volumi l’1,7% su base annua. Avanzano invece a un ritmo sostenuto le esportazioni agroalimentari, con gli ultimi aggiornamenti che da gennaio a settembre indicano una crescita del 5,8%, grazie ai progressi riscontrati per tutti i principali prodotti del made in Italy.
Sono alcuni degli spunti messi in luce da “AgrOsserva”, l’Osservatorio Ismea-Unioncamere sulla congiuntura del settore agro-alimentare presentato oggi a Roma nel corso di una conferenza stampa presso il Ministero delle politiche agricole.
In Abruzzo sono 28.464 le aziende agricole, il 19% del totale delle imprese, un numero comunque in diminuzione rispetto agli anni precedenti, come del resto accade in tutta Italia.
10.297 sono gestite da donne, 1.347 da giovani e 681 da stranieri. 2.298 sono le imprese dell’industria alimentare.
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Le principali tendenze dell’agricoltura nel III trimestre 2013
Tra luglio e settembre dello scorso anno – il primo trimestre a Pil nazionale invariato dopo otto consecutivi contrassegnati da una flessione congiunturale -, l’agricoltura, a causa di un andamento climatico sfavorevole, ha accusato una contrazione dell’attività nell’ordine dell’-1,6% (la variazione del valore aggiunto agricolo su base trimestrale calcolata dall’Istat), seppure più attenuata rispetto al trimestre precedente (-2,4%). Dai dati 2013 sui conti nazionali, anche se ancora incompleti, si può comunque evincere un andamento complessivamente migliore per il settore primario rispetto a quanto rilevato per il sistema industriale nel suo complesso, incluse le costruzioni. Come evidenziato, il calo dell’attività agricola è stato determinato essenzialmente dalle ricadute del maltempo sulle coltivazioni, in un contesto climatico negativo che ha caratterizzato tutta la primavera e l’inizio dell’estate. Per quanto riguarda l’occupazione agricola si è assistito ad una sostanziale stabilità rispetto all’anno precedente (-0,1%), un dato anche questo migliore rispetto all’andamento occupazionale complessivo nazionale che ha fatto segnare, nello stesso periodo, un -2,3%. Più in dettaglio, l’occupazione dipendente nelle campagne ha subito una contrazione dello 0,9%, mentre quella indipendente ha fatto segnare un’analoga variazione ma in positivo.
La dinamica dell’imprenditoria nell’agricoltura e nell’alimentare
Nel terzo trimestre 2013 si intensifica il processo di ridimensionamento del tessuto produttivo agricolo italiano, con una contrazione del numero di imprese rispetto al trimestre precedente di ben 7.716 unità e un calo del 4% rispetto ad un anno fa. Dalla disaggregazione territoriale si evince che il Nord-Est è ancora una volta l’area più colpita (-5,2%), mentre il Centro fa registrare la dinamica meno negativa (-3,1%). Nello stesso periodo l’industria alimentare segna invece un dato positivo dello 0,8% (su base annua), con il numero di imprese che cresce di 513 unità e si porta sulle 68.256 unità.
La dinamica dei prezzi agricoli e dei costi dei fattori di produzione
Sul fronte dei prezzi, emerge dall’indice Ismea dei prezzi all’origine dei prodotti agricoli una contrazione del 3,2% rispetto al secondo trimestre 2013, sintesi di un andamento divergente tra i prodotti zootecnici (+2,2%) e le coltivazioni vegetali (-7,1%). Il confronto su base tendenziale si rivela invece positivo (+3,1% i prezzi rispetto al terzo trimestre del 2012), grazie in particolare al contributo delle colture vegetali, che hanno registrato un incremento del 4,6% a fronte di un più 1,5% della zootecnia. Parallelamente rallenta nel 2013 la corsa ai rincari degli input produttivi, dopo gli inasprimenti che hanno colpito le aziende agricole negli ultimi tre anni. L’indice Ismea dei prezzi dei mezzi correnti di produzione segnala infatti una riduzione dell’1,5% sul secondo trimestre 2013, non sufficiente tuttavia ad invertire la tendenza su base annua (+0,2% la variazione dei costi rispetto al terzo trimestre 2012). Mentre nel settore delle coltivazioni il livello dei costi non ha registrato oscillazioni di rilievo, gli allevamenti hanno potuto beneficiare di una contrazione del 4,5% su base congiunturale, grazie in particolare al calo dei prezzi del bestiame e dei mangimi.
L’osservazione congiunta della dinamica dei prezzi spuntati dagli agricoltori e dei costi da essi sostenuti evidenzia, nel periodo in esame, un miglioramento della ragione di scambio in agricoltura, seppure in un più ampio contesto caratterizzato dal progressivo e costante aumento dei costi dei fattori produttivi a fronte di una dinamica dei prezzi agricoli molto esposta alla volatilità.
Scendendo più a valle della filiera, le dinamiche dei prezzi all’ingrosso e al dettaglio mostrano andamenti quasi sempre conformi con le variazioni osservate a proposito dei prezzi alla produzione: lungo la filiera non si sono manifestati particolari fattori distorsivi o azioni speculative rispetto all’andamento delle quotazioni all’origine.
Il credito all’agricoltura
Se il settore primario, in base ai dati delle consistenze bancarie complessive, appare meno colpito dalla stretta creditizia che ha interessato tutto il sistema economico nazionale, l’analisi sui finanziamenti oltre il breve termine restituisce uno scenario ben diverso. In base alle elaborazioni Ismea dei dati sull’accesso al credito delle imprese agricole raccolte dalla controllata Sgfa, emerge un’erosione delle erogazioni bancarie di 13 punti percentuali su base tendenziale, nonostante il leggero recupero rispetto al primo trimestre 2013. Ciononostante vale la pena ricordare che la qualità del credito concesso al settore primario – misurata in base al tasso di decadimento, dato dalla quota di soggetti che trimestralmente vanno in sofferenza sul totale dei soggetti in bonis ad inizio trimestre – si conferma migliore di quella del credito complessivo e, in particolare, di quello concesso all’industria alimentare, delle bevande e del tabacco: nel terzo trimestre del 2013 infatti il tasso di decadimento del settore primario si è attestato a 0,39%, a fronte dello 0,80% dell’industria alimentare e dello 0,78% del sistema complessivo del credito.
L’andamento della domanda nazionale e delle esportazioni
Continua la diminuzione della spesa di generi alimentari da parte delle famiglie italiane: il calo è molto più sensibile in valore (-3,9%) che non in volume (-1,7%), a testimonianza del tentativo di mantenere invariato il volume del carrello della spesa, spostandosi verso prodotti in promozione o di basso prezzo. Più tonica la domanda estera che ha permesso nei primi nove mesi del 2013 una crescita delle esportazioni agroalimentari del 5,8% rispetto al 2012, con aumenti particolarmente significativi per i vini e spumanti (+8,3%), olio di oliva (+9,9%), ortaggi freschi (+12,3%), e variazioni positive per frutta fresca e trasformata, pasta, salumi, formaggi e latticini. Le spedizioni verso i Paesi extra europei (+7,9% su base annua) hanno contribuito in misura superiore alla crescita dell’export rispetto a quelle dirette verso i paesi europei (+4,7%). In aumento anche le importazioni agroalimentari, ma ad un tasso più contenuto (+3,5%), fenomeno che ha permesso un miglioramento del saldo strutturalmente negativo della bilancia commerciale italiana del settore.
Il clima di fiducia delle aziende agricole
Dalle interviste condotte da Ismea su un panel di 900 aziende agricole italiane emerge che nel terzo trimestre del 2013 la congiuntura dell’agricoltura nazionale si è rivelata complessivamente negativa, anche se gli indici elaborati con riferimento ai costi di produzione, all’andamento del mercato e al fatturato sono risultati in lieve miglioramento rispetto a quanto osservato nel trimestre precedente. Le rese delle colture in campo e i raccolti delle piante in produzione non hanno raggiunto i livelli attesi dai produttori, a causa degli effetti negativi del maltempo che aveva caratterizzato il periodo primaverile e l’inizio dell’estate.
La contrazione dei prezzi all’origine dei prodotti agricoli registrata nel terzo trimestre risulta diretta conseguenza della forte debolezza della domanda nazionale, solo in parte compensata dal buon andamento della domanda estera, alla quale però si rivolge una quota molto limitata delle imprese del Panel
L’insieme di tali fattori si è riflesso negativamente sulla redditività delle imprese agricole, che risulta particolarmente scarsa riguardo alla situazione corrente, mentre sulla situazione futura nel breve-medio periodo gli operatori hanno manifestato un minore pessimismo. Entrambi gli indicatori sono tuttavia risultati meno negativi rispetto a quanto osservato nel secondo trimestre e quindi l’indice del clima di fiducia dell’agricoltura, sebbene ancora decisamente negativo, risulta in miglioramento (-6,9 contro -9,9 dello scorso trimestre). A livello settoriale si segnala il comparto vitivinicolo come l’unico che fa registrare un indice del clima di fiducia positivo (+5,8), mentre i valori dell’indice più negativi sono quelli relativi ai comparti dei seminativi (-11,2) e della zootecnia da latte (-7,2).
Anche le previsioni degli operatori su produzione, prezzi ed occupazione risultano molto prudenti e non evidenziano variazioni significative nel breve rispetto a quanto dichiarato per il terzo trimestre 2013.
fonte: www.abruzzosviluppo.it
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