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Teramo, 23 maggio 2013 – AlmaLaurea, che svolge annualmente il monitoraggio sull’inserimento lavorativo dei laureati italiani, ha fornito anche nel rapporto 2013 «dati molto lusinghieri per la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Teramo».
Lo ha annunciato Dino Mastrocola, che ha guidato la Facoltà negli ultimi 10 anni, prima di approdare all’attuale carica di prorettore vicario dell’Università di Teramo. L’indagine, pubblicata recentemente, ha coinvolto quasi 215.000 laureati di 61 atenei. Secondo questa indagine, riconosciuta come strumento fondamentale per valutare l’efficacia esterna del sistema universitario e misurare l’apprezzamento del mondo del lavoro nei confronti dei laureati, il tasso di occupazione a un anno dal conseguimento del titolo di coloro che si sono laureati presso la Facoltà di Agraria di Teramo è pari a 60,6 ed è rimasto pressoché costante negli ultimi 3 anni.
«Questo dato – ha spiegato Mastrocola – appare molto rilevante se rapportato al tasso occupazionale medio nazionale per le Facoltà di Agraria, pari a 55,6 e in leggero calo rispetto al 56,1 del 2011 e al 57,0 del 2010. Anche il tasso occupazionale medio dei laureati di tutte le università italiane è pari al 55,6, anch’esso in leggero calo rispetto al biennio precedente».
«Le notevoli possibilità occupazionali – ha aggiunto – dei laureati in Scienze e tecnologie alimentari triennali e magistrali, in Viticoltura ed enologia e Biotecnologie (interfacoltà con Medicina Veterinaria) dell’attuale Facoltà di BioScienze e Tecnologie Agro-Alimentari e Ambientali (giàAgraria) dell’Università di Teramo, possono essere anche collegate al fatto che il settore alimentare, nonostante la crisi, continua a confermarsi comparto trainante per l’economia regionale e teramana in particolare».
La Facoltà di BioScienze e Tecnologie AgroAlimentari e Ambientali di Teramo può contare su oltre 300 convenzioni per lo svolgimento di tirocini da parte di laureandi e laureati, con aziende ed enti della Regione Abruzzo, del territorio nazionale e internazionale. Le convenzioni coinvolgono aziende agricole e vitivinicole, industrie alimentari dei settori più disparati, associazioni di produttori, enti di ricerca e controllo, ASL, grande distribuzione organizzata, parchi e agenzie per la tutela dell’ambiente e del territorio, Corpo Forestale, NAS, ecc. Le aziende convenzionate sono sia piccole e medie imprese che importanti realtà produttive a livello nazionale e internazionale, in alcuni casi leader del settore in cui operano.
«In definitiva – ha concluso il prorettore vicario – l’alta formazione e la ricerca pubblica a livello universitario rappresentano un volano fondamentale nel settore delle produzioni alimentari ed enologiche che hanno bisogno di una costante evoluzione per far fronte alle mutate esigenze dei consumatori, sempre più attenti anche agli aspetti nutrizionali e salutistici, a quelle del mercato, indirizzato verso una progressiva globalizzazione e alle problematiche ambientali e di risparmio energetico».
fonte: Università degli Studi di Teramo
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